Torno con un classico del genere western “Il Potere Del Cane” di Thomas Savage. Una storia densa, cruda e potente che ha ispirato un film bellissimo.
Siamo nel Montana degli anni ’20. I grandi proprietari dei ranch dominano la scena. Paesaggi sconfinati, luoghi aspri e duri dove solo se riesci ad ambientarti sopravvivi, dove le regole sono poche ma rigide e il codice di comportamento è sottoposto al vincolo della ruvidezza.
In questo scenario ci sono i fratelli Burbank, George e Phil, opposti nel loro genere. Uno introverso, impacciato e reticente, l’altro intraprendente, brillante e ostinato. Insieme portano avanti il ranch di famiglia. Phil sa suonare, era uno studente modello, è colto ma si atteggia come una persona rude, arrogante e volgare nonostante la sua posizione gli possa concedere molto altro. Racconta storie del passato che tutti ascoltano con attenzione, è rispettato e temuto. Parla con passione e riverenza del suo maestro di vita Bronco Henry, un personaggio chiave che vive solo nel suo ricordo.
Il passaggio in città con il bestiame è consuetudine ed è così che George incontra Rose, la vedova che manda avanti la locanda Il Mulino Rosso insieme al figlio Peter, dove ogni anno si fermano a mangiare. L’incontro tra Rose e George è decisivo per far scattare in George la voglia di prendersi cura di quella donna, sola con un figlio da mantenere e decide di sposarla.
Gli equilibri si rompono. Phil vede Rose come un’usurpatrice del suo posto d’onore, interessata ai loro soldi e non certo a suo fratello. Rose è una donna fragile e sensibile che Phil considera semplicemente una persona mediocre e senza scrupoli. Peter, il figlio di Rose, nel frattempo studia per diventare medico nel ricordo di suo padre. E’ un ragazzo introverso e solitario, molto simile a Phil per certi versi quindi anche molto intelligente. Mentre Phil è impegnato ad architettare un modo per liberarsi di Rose, Peter farà altrettanto per liberarsi di Phil e senza accorgervene arriverete alla fine rimanendo a bocca aperta.
Il Potere del Cane è un romanzo che ti cattura sin dalle prime pagine. Descrizioni di paesaggi sconfinati dove le persone vivono seguendo un ciclo di vita a se, fuori dal mondo. Con una scrittura fluida e coinvolgente Savage ci porta alla scoperta della vita cruda e rigida all’interno dei ranch, fatta di regole e codici che vanno rispettati. Grandissima è la caratterizzazione dei personaggi. Phil è un represso che sfoga la sua frustrazione sessuale impedendo al fratello di farsi una vita e George è totalmente incapace di affermare se stesso. Nonostante Phil sia un personaggio negativo l’ho apprezzato sia nel libro che nel film. La sua spocchia non è altro che una maschera tesa a celare un dolore del passato rimasto incastrato nel cuore. Un amore mai consumato totalmente inaccettabile e fuori questione per quei tempi.
Conoscete questa storia? Avete visto il film?
Vi leggo con piacere ✨