Salvare le ossa racconta una storia potente, tanto concreta quanto immaginifica. Definirei questo libro graffiante e crudo. Lo stile di Jesmyn Ward è unico e certamente riconoscibile tra tanti nel panorama letterario di questo momento. Non mi stupisce che si sia distinta a tal punto da vincere due volte di seguito il National Book Award. E’ stata infatti la prima scrittrice a raggiungere questo traguardo. Complimenti alla casa editrice #nneditore, di cui ho letto diversi titoli e che non mi delude mai, per aver rintracciato e portato in Italia una scrittrice come la Ward. Salvare le ossa fa parte della Trilogia di Bois Sauvage dunque non ci resta che aspettare il seguitoSing, Unburied, Sing.
Siamo in Mississipi. Mancano dodici giorni all’arrivo di Katrina, uno degli uragani più devastanti della storia degli Stati Uniti.
Esch, la protagonista, ha 15 anni e vive con i suoi fratelli e il padre in quella che viene comunemente chiamata la Fossa. Un tratto di terra immersa nei boschi dove regnano la desolazione e il degrado. Rottami, sporcizia, carcasse di lavatrici e macchine. Un luogo inospitale dove è facile prendersi infezioni con un semplice taglio.
Esch e i suoi fratelli Randall, Skeetah e Junior sono orfani di madre, morta dando alla luce il piccolo Junior. E’ estate e fa molto caldo, Esch è l’unica ragazza in mezzo ad un branco di maschi, quasi tutti amici del fratello maggiore Randall.
Non è il primo uragano che si preparano ad affrontare, non è certo una novità per quelle zone e per questo motivo Esch e i fratelli non sembrano curarsene più di tanto. L’unico che sembra preoccuparsi è il padre, uomo dai modi bruschi avvezzo a sbronzarsi e a prendersela con i figli.
Il mondo di Esch è mascolino, fisico e carnale. E’ innamorata di Manny uno dei ragazzi che di tanto in tanto frequenta esclusivamente per brevi incontri sessuali come del resto le capita di fare con altri amici di Randall. La differenza è che Esch è innamorata persa di Manny ma lui non ricambia. La vede e talvolta la desidera tanto da possederla ma non la guarda con il fuoco dell’amore che invece esplode nel petto di Esch. Lei è un fuscello e ha bellissimi capelli ricci tipici del sangue nero. La sua magrezza non le renderà facile il compito di tener segreta la sua gravidanza.
Si tormenta Esch per questo amore che la lacera dentro ma di cui non può fare a meno e per di più ora che ne sarà di questo bambino?
Legge gli Argonauti e si proietta nella figura di Medea, donna emotiva e passionale, che uccide i figli pur di vendicarsi contro il marito traditore. Le immagini del mito si mescolano con la vita dei dodici giorni che li separano dalla forza distruttiva e dirompente della natura.
Con Skeetah il fratello mediano, c’è una predilezione naturale e reciproca. Esch lo aiuta sempre con il suo cane China, un pitbull che Skeetah usa per i combattimenti e che ha dato alla luce dei cuccioli. China più che un cane sembra una dea di cui Skeetah si prende cura con amore e dolcezza sebbene la usi per combattere.
Randall è il più grande e la sua passione è il basket, quando non si allena si prende cura del picciolo Junior.
Esch diventerà madre e si rende conto che non può certo arrestare la metamorfosi che sta avvenendo fuori e dentro di lei. Sostiene da sola il peso, convinta che nessuno abbia capito la sua condizione, anche se le nausee continue miste ai picchi di fame rischiano di tradirla.
La notizia dell’uragano è ufficiale, arriverà Katrina, la madre di tutti gli uragani. La famiglia Batiste si prepara come può ma riuscirà a resistere alla forza devastante di madre natura?
Sebbene non sia riuscita ad entrare subito in affinità con la storia, ho trovato questo libro davvero bellissimo. La Ward ha vissuto sulla sua pelle la tragedia dell’uragano Katrina e infatti si racconta che per qualche anno non è riuscita a scrivere nemmeno una parola. Fatto sta che quando la vena creativa della Ward ha ripreso linfa ed è uscita dal letargo si è risvegliata con tutta la potenza e l’energia proprio di un uragano.
La cosa che più mi ha colpito è la sua capacità di creare immagini e di contaminare una storia molto reale con gli elementi immaginifici del mito. Il ritmo è incalzante e l’abilità con cui salta dal presente al passato è formidabile. Ci sono dei momenti che lasciano davvero col fiato sospeso ma si ha voglia di andare avanti anche se con timore. La sensazione che stia per succedere qualcosa di grave c’è e si respira in tutto il romanzo in un crescendo fino al culmine finale. C’è una fine si ma anche un nuovo inizio.
Il contrasto tra vita e morte è molto forte ed è rimandato continuamente dalle immagini che l’abilissima penna della Ward riesce a creare. La madre di Esch che dona la vita al figlio Junior ma muore durante il parto. China, il cane di Skeetah, che partorisce i suoi cuccioli ma in un impeto di rabbia ne uccide uno. Madre natura che arriva scatenando la sua ira distruttrice. Poi c’è Esch che aspetta un bambino da un ragazzo che non la ama anzi che la rifiuta.
Esch però a dispetto di tutto, supera il dispiacere, affronta la tempesta, sigilla il legame con i fratelli e con suo padre, supera l’uragano e sarà finalmente pronta a diventare madre.
Salvare le ossa
pp 320 – € 19.00
Autrice: Jesmyn Ward
Casa Editrice: NNEDITORE